Eccoci al secondo appuntamento con la rubrica “Drama Controversi“. Questa volta la scelta è ricaduta su “The Last Empress“, drama coreano del 2018. La serie si compone di 52 episodi da circa 30 minuti l’uno ed è visibile su Viki con i sottotitoli in italiano. Generi: azione, thriller, mistero e romantico. Gli attori protagonisti sono Shin Sung-rok, Jang Na-ra, Choi Jin-huk, Lee Elijah e
Shin Eun Kyung.
INCIPIT: Siamo nella Corea del Sud attuale, solamente che c’è la Monarchia Costituzionale. Oh Sunny è un’attrice di musical che, per varie vicissitudini, finisce per sposare l’Imperatore, il quale però ha già un’amante e farà di tutto per liberarsi della protagonista.
Questo drama rientra nella categoria dei makjang, che sono opere di stampo fortemente melodrammatico che presentano situazioni esagerate che nella realtà sarebbero assurde o addirittura infattibili, e portano gli eventi e le dinamiche tra i personaggi all’esasperazione. Un esempio lampante di makjang degli ultimi anni (giusto per citare un drama che ha registrato ascolti record in patria e che è stato molto noto anche da noi) è senz’altro “The Penthouse“, suddiviso in 3 stagioni, visibili su Viki con i sottotitoli in italiano.
Ma veniamo al dunque, parlando dei pro e dei contro di “The Last Empress“:
| PREGI | DIFETTI |
| L’interpretazione del cast è strepitosa: è grazie a loro se la parte emotiva del drama è arrivata vividamente. | Secondo il mio modesto punto di vista, il protagonista soffre palesemente di un qualche disturbo mentale (bipolarismo o simili), ma non viene mai fatto cenno di questo fatto, come se a nessuno fosse mai venuto il dubbio che ci potesse essere questa possibilità. Non è addirittura invalidante per la visione, ma mi sarebbe comunque piaciuto se la questione fosse stata quantomeno abbozzata. |
| In contrasto con l’assurdità di molti degli eventi, l’evoluzione dei personaggi è scritta molto bene ed è verosimile rapportata al contesto. | Come tutti i makjang, bisogna essere pronti a fatti che nella realtà non stanno in piedi, come gente che sopravvive a morti certe e via dicendo. |
| I 52 episodi da mezz’ora (che sono 26 episodi nella più classica durata di un’ora) scorrono come l’acqua: la storia è talmente fitta di avvenimenti ed è talmente capace di catturare l’attenzione dello spettatore con molti colpi di scena (elementi tipici dei makjang), che la lunghezza non si avverte minimamente. | Uno di protagonisti, all’inizio sovrappeso, dopo un periodo di allenamento intensivo, dimagrisce fino a raggiungere un corpo perfettamente scolpito… e cambia i connotati (ovviamente è perché c’è un cambio di attore, ma non è credibile perché nella trama non viene fatto intendere in alcun modo che si sia sottoposto a un intervento chirurgico). Se già di per sé la cosa avrebbe un certo peso, in questo caso è ancora più “grave”, perché è grazie al suo cambio di fisionomia che riesce a non farsi riconoscere da nessuno e a portare a termine i propri piani (centrali per la trama). |
| Non si riesce a prevedere quale sarà il finale, e la cosa tiene incollati allo schermo fino all’ultimo episodio. |
Ti consiglio la visione di “The Last Empress” se:
– se sei amante delle maratone, perché gli episodi di questo drama tirano a essere visti uno dietro l’altro;
– ami le storie che non si concentrano solo sulla storia d’amore, ma che hanno in sé molti altri generi e toccano molti temi: questo infatti, più che una mera storia d’amore, la definirei una storia di vendetta, di crescita personale, di redenzione dopo una presa di coscienza, e infine di giustizia;
– sei fan degli amori che devono affrontare un percorso lungo e faticoso prima di vedere la luce;
– ami le storie con ambientazioni nell’alta classe o i drama storici, perché questo drama è un mix perfetto tra le due tipologie: ha le dinamiche di palazzo dei drama storici, ma è ambientato in epoca moderna, come i drama che hanno a che fare con le dinamiche dell’alta società (proprio come “The Penthouse”, già nominato in precedenza).
Non ti consiglio la visione di “The Last Empress” se:
– cerchi una commedia romantica, perché non lo è affatto. La storia è molto più seria di quello che ci si aspetterebbe;
– non riesci a superare che certi avvenimenti non siano verosimili;
– pretendi che i presupposti siano tutti credibili. Come spiegato sopra, il fatto che abbiamo cambiato i connotati a uno dei personaggi senza una spiegazione plausibile e che però le conseguenze di questo cambiamento siano centrali per la storia, potrebbe essere invalidante ai fini della credibilità di tutta la narrazione, a meno che non ci si passi sopra per propria decisione (come ho fatto io);
– non ti piace farti venire la gastrite per la rabbia e la frustrazione a causa di una serie;
– cerchi il finale felice a tutti i costi per ogni personaggio. Senza fare spolier di alcun tipo, posso però dire che si cerca quello, si rimarrà sicuramente delusi.
