La sezione letteraria è divisa tra libri (anche illustrati) e fumetti: per il primo caso ci sono numerose opere, da cui ho però escluso la pura saggistica o le biografie sulle varie figure della vicenda, perché in questa sede si sta parlando di creazioni artistiche, per cui i saggi storici puramente tecnici, a mio avviso, non sono pertinenti.
Riguardo i fumetti vedremo che invece c’è una sostanziale mancanza, o meglio, ci sono opere che affrontano la rivolta, ma sono molto brevi e non sono destinate al grande mercato, sono state quasi tutte richieste da associazioni legate al 18 maggio per produzioni circoscritte.
INDICE DEI LIBRI (ANCHE ILLUSTRATI)
- “광주민주화운동: 죽음을 넘어 시대의 어둠을 넘어” [“Diario di Gwangju: Oltre la morte, oltre l’oscurità del tempo”]
- 봄날 [Giorno di primavera] – 1998
- 빼앗긴 오월 [“Il maggio rubato”] – 2009
- “소년이 온다” [“Atti umani”] – 2013
- “제니의 다락방” [“La soffitta di Jenny”] – 2020
- Libri Illustrati
“광주민주화운동: 죽음을 넘어 시대의 어둠을 넘어” [“Diario di Gwangju: Oltre la morte, oltre l’oscurità del tempo”] – 1985

Il volume è una raccolta di testimonianze dirette e materiali storici ed ha venduto oltre un milione di copie in Corea del Sud (a oggi ancora considerata la testimonianza più importante di quell’evento).
Quest’opera si basa sul diario dell’autore Lee Jae-eui Lee e sulle testimonianze di altri testimoni da lui raccolte in quel periodo.
Esiste inoltre un’edizione rivista, intitolata “La rivolta di Gwangju: la ribellione per la democrazia in Corea del Sud” del 2017, la quale raccoglie e descrive nuove prove e sviluppi degli eventi che arricchiscono il testo originale. Lee è uno dei curatori di questa edizione.
Gli autori accusano il governo sudcoreano di aver attuato una sistematica soppressione delle informazioni relative ai fatti di Gwangju. Da allora è emerso molto materiale: testimonianze di sopravvissuti, filmati, fotografie e prove fisiche. Secondo gli autori, il governo ha minimizzato o negato apertamente le proprie azioni, nascosto i fatti, e avanzato accuse infondate di cospirazione per coprire le molte ingiustizie avvenute durante quei giorni, sia prima che dopo il 18 maggio. Denunciano inoltre che i leader civili di Gwangju furono calunniati come ribelli contro lo Stato.
Per chi avesse ottima dimestichezza con l’inglese, QUI per leggere in PDF la versione inglese (trovate il file in fondo all’articolo linkato).
봄날 [Giorno di primavera] – 1998

Quest’opera è un romanzo di stampo documentaristico che ritrae gli avvenimenti di Gwangju dal 16 al 27 maggio del 1980.
L’opera è molto lunga ed è composta da 5 volumi e 86 capitoli. Si svolge in ordine cronologico durante tutto il periodo del Movimento di Democratizzazione di Gwangju.
Ogni capitolo si apre con un frammento poetico legato al movimento ed ha sottotitoli in grassetto che indicano ora e luogo esatti, proprio per enfatizzare l’approccio realistico e documentaristico, aspetti che sono ulteriormente rimarcati dalla presenza non solo dei personaggi di finzione, ma anche da alcuni realmente esistiti.
Alla fine del 5° volume, ci sono un diario degli eventi del 18 maggio e un elenco delle sentenze per i responsabili dei fatti del 12 dicembre 1979 (colpo di stato da parte del gruppo militare di cui fa parte anche Chun Doo-hwan, che prenderà poco dopo il potere come Presidente) e del 18 maggio 1980.
“빼앗긴 오월” [“Il maggio rubato”] – 2009

Quest’opera è un romanzo per ragazzi di Jang Woo: attraverso lo sguardo di Jun-ho, un ragazzo di quinta elementare, il lettore osserva persone e vita quotidiana, entrando con delicatezza nel cuore di un evento storico quasi senza pari per la Corea del Sud.
Il fratello maggiore del protagonista, un “genio” riconosciuto nel villaggio, si diploma alle medie con risultati eccellenti ed entra in un liceo a Gwangju. Ma la gioia dura poco, perché purtroppo presto diventerà una delle vittime del terribile evento.
Questo romanzo è arrivato alla fase finale del “Premio Letterario 5.18” nel 2013 ed è anche l’opera con cui l’autore ha debuttato come scrittore.
“소년이 온다” [“Atti umani”] – 2013

Pubblicato in Italia da Adelphi nel 2017 (QUI per l’acquisto).
L’autrice di questo libro, Han Kang, è stata vincitrice del Premio Nobel per la Letteratura nel 2024, riconoscimento storico, poiché nessun coreano l’aveva mai vinto prima.
Non ho letto altro di suo, ma “Atti umani” è più che sufficiente per rendersi conto di cosa sia capace come scrittrice sul piano delle abilità tecniche e di quanto sia essenziale la sua visione delle cose sul piano di un’umanità che, globalmente parlando, sembra stia svanendo a gran velocità.
Atti umani è forse l’opera più di forte impatto che abbia fruito riguardo gli eventi di quei giorni: sviscera fisicamente la vicenda, entrando nel dettaglio della condizione dei cadaveri dopo alcuni giorni dalla loro morte, o descrivendo minuziosamente le torture riservate ai prigionieri. Non fa sconti sulla crudeltà e l’efferatezza di ciò che è accaduto, non mostra segni di retorica, né la volontà di appiattire o al contrario di ingrandire.
Il suo intento è quello di far sapere in maniera onesta e brutale, perché niente meno della brutalità avrebbe potuto ricalcare la realtà. E facendo ciò, con una freddezza analitica di fondo, ridà umanità a quei corpi, gli dà giustizia, perché se quello che hanno vissuto fa talmente tanto inorridire da faticare ad avanzare con la lettura, allora a quella vita gli si sta dando il valore meritato. Perché quelle persone, pur in quel dolore, non hanno ceduto di un passo. E se anche si tratta di persone che sono morte per il fatto di trovarsi casualmente lì, solo il dolore fisico e psicologico che possono aver provato ridà un senso di verità.
E dall’altra parte c’è un’altra verità: in un contesto militare e di terrore come quello di Gwangju e degli anni che verranno dopo (e che era venuti prima), è capace di infierire su un suo simile come se tra le mani avesse un fantoccio di paia, forse lui stesso anestetizzato e assuefatto dal terrore di ricevere lo stesso trattamento se non dovesse eseguire gli ordini, o forse, ammettiamolo, anche per un’espressione atavica di violenza che fuoriesce solo in determinati contesti estremi, in cui tutto è lecito pur di coprire il vuoto che si crea nell’anima.
L’accanimento sulle vittime (a volte già decedute) sembra essere proprio questo, come viene mostrato, ad esempio, anche sulla parte inziale animata del film “26 anni” (QUI per la scheda dell’animazione, QUI per quella del film): uno sfogo dalle frustrazione e del dolore di non poter rifuggire dal fare del male agli altri, e l’esigenza di coprire quei sentimenti con una rabbia cieca e sorda, che non vede e non sente nulla, perché solo in quel modo si può continuare a fare qualcosa di tanto atroce a un proprio simile (è noto che, in molti contesti di guerra, siano stati mandati soldati inconsapevoli al fronte sotto effetto di stupefacenti, perché ciò permette di spegnere ogni freno inibitorio e ogni costrutto sociale e morale, al di là dei quali torniamo a essere le bestie che eravamo in principio).
Il romanzo è molto dinamico dal punto di vista strutturale, perché la divisione dei capitoli non serve a distaccare vari momenti di un unico filo narrativo, bensì a cambiarne il soggetto, il tempo e anche il narratore: ad esempio nel primo capitolo, dal titolo “Il ragazzo – 1980”, la storia è raccontata in seconda persona e il soggetto è uno studente delle medie che cerca un suo amico tra i cadaveri, mentre la chiusura del libro, il cui capitolo si intitola “La scrittrice – 2013”, è affidata alla storia personale di Han Kang (originaria di Gwangju), raccontata proprio dalla sua voce. La scrittrice se ne andò dalla città a nove anni, appena pochi mesi prima dei fatti, e la sua narrazione ci fa partecipi dei sentimenti che l’hanno legata sin da piccola a quella tragedia nonostante la lontananza dal luogo. Ci spiega il suo percorso, una volta diventata adulta, che l’ha portata a documentarsi sulla Gwangju della sua infanzia e di quel maggio 1980. Veniamo a sapere del perché ha voluto avvicinarsi e dare nuova voce a quella rivolta, a quella lotta, a quei martiri dimenticati per tanto tempo, perché non si sapeva, e se si sapeva, non se ne poteva parlare.
“Atti umani” è una lettura per me imprescindibile se si è appassionati di letteratura ovviamente, ma soprattutto se si cerca una visione lucida, onesta e colma di umanità (in bene e in male) sugli eventi che racconta.
“제니의 다락방” [“La soffitta di Jenny”] – 2020

Anche questo libro è stato scritto per documentare e ricordare il maggio di Gwangju, ma dal punto di vista di una bambina americana, Jenny, nata a Gwangju, a Yanglim-dong, quando i suoi genitori erano missionari lì.
Nel maggio del 1980, quando aveva 9 anni, Jenny era a Gwangju. Anche oggi, da adulta, la donna ricorda vividamente gli eventi di quello storico luogo.
Il libro ci trasporta nelle rivolta di Gwangju vissuta da Jenny e ci racconta di come i suoi genitori, con cui viveva in un tranquillo villaggio missionario a Yanglim-dong, rischiando la loro vita, nascosero gli studenti nel soffitto della casa. Di come il padre, il Pastore Huntley, il quale lavorava come cappellano all’ospedale cristiano di Gwangju, scattava foto delle persone ferite per documentare la situazione. O ancora di come, la notte del 26 maggio (quindi quella che avviava l’insurrezione al suo ultimo giorno), oltre venti persone si rifugiarono nella stanza sotterranea di Jenny, dove rimasero al buio e in silenzio. Tra loro c’era anche un bambino che, all’alba, cominciò a piangere.
Un racconto, il suo, molto personale e non solo incentrato nelle vicende di quei dieci giorni, ma anche nella sua vita da bambina qualsiasi che vive le sue giornate normali, e che a un certo punto si trova inesorabilmente immersa in una realtà ben più grande di quanto un bambino possa gestire.
LIBRI ILLUSTRATI
“Lo zio di dodici anni” [“열두 살 삼촌 “] di Hwang Gyu-seop [황규섭], è un’opera vincitrice del 7° “Premio Letterario 5.18” ed è stata anche premiata nel 2016 nel concorso di storytelling di Kyobo Bookstore.
La storia ruota attorno a Min-guk, il protagonista, e al suo tentativo di ritrovare la bicicletta perduta. Questa ricerca si intreccia con i ricordi di suo zio e dei suoi dodici anni, che riportano a galla il dolore di quel maggio.
Essendo un libro per bambini, gli eventi non vengono raccontati in modo diretto, bensì con toni simbolici e metaforici.
“La corsa di maggio” [“오월의 달리기”] di Kim Hae-won [김해원], racconta il periodo della vicenda attraverso gli occhi di un bambino comune. Il protagonista è un giovane atleta che si allena duramente per vincere una medaglia. L’autrice ha anche incontrato persone che all’epoca erano studenti delle elementari e realmente atleti, raccogliendo materiale direttamente sul campo per completare questo libro.
Sebbene il libro non tratti direttamente il Movimento del 18 maggio, fa percepire l’impatto che quegli eventi hanno avuto sulla vita di un bambino qualunque, lasciando sorgere in lui (e nel lettore) la domanda: “Perché è successa una cosa del genere?” Le descrizioni della città di Gwangju, visitata di nascosto dal piccolo protagonista durante la dura vita nell’alloggio di squadra, restituiscono immagini dolorose e toccanti.
Leggendo la trama di questo racconto, la mia mente è andata dritta al fratellino della protagonista del bellissimo drama “Youth Of May”, di cui parleremo martedì 27 maggio, per il “gran finale” di questo excursus artistico.
FUMETTI
Come già accennato, i fumetti che esistono sulla vicenda, sono pochi e sono quasi tutti stati commissionati da vari enti.
Vediamo quali sono e come affrontano l’argomento.
“26년” [“26 anni”]

Un webtoon pubblicato nel 2006 da cui è poi nato il film omonimo (QUI per avere info a riguardo). È stato serializzato gratuitamente dal 3 aprile al 13 ottobre 2006, poi è diventato a pagamento da novembre 2020. Anche se si tratta di un fumetto commerciale, è l’unico tra le opere dell’autore Kang Full che è stato condiviso con licenza aperta.
Parla della vendetta di un gruppo di persone, tutti parenti stretti di vittime della strage, che vogliono uccidere colui che ha comandato il massacro all’epoca (che altri non è che Chun Doo-hwan, anche se non credo ne venga mai fatto direttamente il nome).
“5월의 신부” [“La sposa di maggio”]
Un webtoon che racconta la storia di Choi Mi-ae, uccisa dai proiettili dell’esercito durante la legge marziale a Gwangju, nel maggio 1980. Mostra il dolore e la tristezza di una madre che perse la figlia incinta di otto mesi, colpita dai soldati delle truppe aviotrasportate.
“검정고무신의 기영이와 함께하는 5.18 여행” [“Un viaggio nel 18 maggio con Gi-yeong di ‘Le Ciabatte Nere”」

Un fumetto educativo pubblicato nel 2005 dalla Fondazione Commemorativa del 18 maggio, usando il popolare personaggio del fumetto Le Ciabatte Nere. Sono state stampate 10.000 copie e distribuite alle scuole elementari di tutto il paese tramite le direzioni scolastiche locali.
“망월” [“Mangwol”]

Un fumetto che racconta la storia di una persona che non è riuscita a schierarsi dalla parte delle vittime durante il Movimento del 18 maggio, attraverso la storia della sua famiglia. È stato realizzato con il supporto della Fondazione Commemorativa del 18 maggio per il 30º anniversario del movimento.
“메이피플” [“Persone di maggio”]

Un webtoon che racconta lo spirito di comunità della gente nei villaggi vicino a Gwangju, tra amore, amicizia, dolore e passione, con al centro il Movimento di Democratizzazione. È stato finanziato dalla Fondazione Commemorativa del 18 maggio nel 2015 ed è stato pubblicato a pagamento su portali come Naver. Nel 2016 è apparso su OhmyNews e dal 2021 su Gwangju Maeil Newspaper.
“아무리 얘기해도” [“Non importa quante volte lo dico”]

Un fumetto che denuncia la distorsione e la denigrazione del Movimento del 18 maggio da parte dei gruppi di estrema destra e delle fake news. Prodotto dalla Fondazione per la Commemorazione della Democratizzazione, fa parte di una serie che tratta anche altre rivolte democratiche come quella a Jeju del 3 aprile 1948 (trattata anche nel drama capolavoro “Eyes Of Dawn”, QUI un’analisi approfondita dell’opera), e il Movimento del 10 giugno 1987 che portò al crollo della dittatura in Corea del Sud e alla prima elezione presidenziale diretta.
“열두 살 삼촌” [“Lo zio di dodici anni”]
Webtoon basato sul racconto illustrato che abbiamo visto appena sopra. È stato serializzato dal 4 luglio al 26 dicembre 2013 sul sito della Fondazione Commemorativa del 18 maggio.
“오월의 사람들” [La gente di maggio]
Un webtoon che ricostruisce la testimonianza della direttrice infermieristica dell’Ospedale Cristiano di Gwangju durante il Movimento del 18 maggio, tratto dalla pubblicazione storica “Storia ufficiale del 18 maggio“. Ritrae i cittadini di Gwangju uniti nello spirito comunitario mentre soccorrono i feriti.
“제국의 안습” [La tristezza dell’Impero]

Un fumetto storico che racconta il Movimento del 18 maggio dal punto di vista di uno studente delle medie. Creato su richiesta della città di Gwangju per aumentare la consapevolezza storica tra i giovani. Il sottotitolo è “I veri eroi”, ed è stato distribuito in 1.167 biblioteche, tra cui 308 scuole primarie, medie e superiori di Gwangju e 859 biblioteche pubbliche e nazionali in tutta la Corea.
Fonti:











2 pensieri riguardo “L’insurrezione di Gwangju e l’arte da essa ispirata: parte 4 – Libri e fumetti”