L’insurrezione di Gwangju e l’arte da essa ispirata: parte 10 – Drama

TITOLO: “모래시계” [“Clessidra”, internazionalmente conosciuto con il titolo “Sandglass”]
ANNO: 1995
EPISODI: 24
DURATA EPISODI: 50 min
REGISTA:  Kim Jong-hak
SCENEGGIATORE: Song Ji-na
GENERI: storico, romantico, politico, azione

INCIPIT: è la storia di due uomini la cui amicizia viene messa alla prova durante gli anni ’70 e ’80, uno dei periodi politicamente più turbolenti della Corea del Sud.
Park Tae-soo, duro e leale, cresce diventando un gangster, mentre Kang Woo-suk, intelligente e dotato di solidi valori morali, diventa un procuratore.
Yoon Hye-rin, una donna bella e vivace, figlia di un ricchissimo proprietario di casinò, è compagna di università di Woo-suk.
Hye-rin viene presentata a Tae-soo tramite Woo-suk e, in seguito, si innamora di lui. (Trama presa da MyDramaList).

L’opera non si concentra sulla rivolta, tuttavia è la prima serie ad affrontare l’argomento e lo fa in maniera diretta e fedele, sviscerandone le diverse tappe in (un po’ meno di) tre episodi: dalla seconda metà del sesto episodio fino a alla fine dell’ottavo, l’insurrezione si intreccerà con la storia dei protagonisti, mixando fatti reali e romanzati. Un approccio simile, c’era stato anche in “Eyes of Dawn” (1992), la precedente serie del regista, realizzata insieme alla stessa sceneggiatrice: il drama a oggi è ancora famosissimo e registrò ascolti altissimi (QUI per leggerne un’analisi approfondita).
Parlando di ascolti, “Sandglass” è a sua volta uno dei drama più famosi di sempre in patria: al suo 21° episodio (su 24) il drama registra un quasi inarrivabile 65,7% di share, che gli fa aggiudicare il podio sulla classifica degli ascolti più alti della storia.

TITOLO: “제5공화국” [“La Quinta Repubblica”]
ANNO: 2005
EPISODI: 41
DURATA EPISODI: 1h e 10min
REGISTA: Im Tae-woo, Kim Sang-rae
SCENEGGIATORE: Yoo Jeong-su
GENERI: storico, documentaristico, politico, militare, drammatico
PIATTAFORMA: YouTube

INCIPIT: questa serie è incentrata sulla salita al potere di Chun Doo-hwan e sulla sua dittatura militare, periodo che va dalla fine del 1979 al febbraio del 1988.

Essendo una serie che copre molti anni, è ovvio che non si soffermi troppo a lungo su un periodo storico specifico, tuttavia Gwangju ha un ampio spazio all’interno della narrazione, dato che gli vengono dedicati ben sei episodi, dal 14° al 19° per la precisione. Nonostante sia difficilmente reperibile, sono riuscita a trovare su Youtube (sul canale della MBC che l’ha prodotto) la versione “abbreviata” di circa 18/20 minuti a episodio, probabilmente per renderlo fruibile e interessante anche alle nuove generazioni.
Da questa versione ho potuto constatare che il drama è senza dubbio il prodotto seriale più crudo e realistico sull’argomento, ma questo perché gli si è voluto dare un approccio più divulgativo che romanzato. Per esempio, le scene girate per il drama si alternano a molti filmati e immagini di repertorio e c’è una voce narrante che si occupa di spiegare bene le varie tappe della storia.

Qui sotto potete vedere l’episodio 14, giusto per farvi rendere conto del tipo di regia (poi se voleste continuare la visione, basta andare tra i video correlati che troverete anche il resto della serie). Purtroppo per ora non ci sono sottotitoli ufficiali nemmeno in inglese, si possono usare solo quelli automatici, ma più della metà dei discorsi rimangono incomprensibili.

TITOLO: “오월의 청춘” [“Gioventù di maggio”, internazionalmente conosciuto con il titolo “Youth of May”]
ANNO: 2021
EPISODI: 12
DURATA EPISODI: 1h e 10min
REGISTA: Song Min-yeopLee Dae-kyung
SCENEGGIATORE: Lee Kang
GENERI: storico, romantico, melodrammatico, gioventù
PIATTAFORMA: Viki

INCIPIT: viene raccontata la storia d’amore tra Hee-tae, studente di medicina all’Università di Seoul e prossimo alla laurea, e Myung-hee, un’infermiera molto abile e laboriosa, che ha in programma di andarsene a studiare in Germania e sta diligentemente cercando di mettere i soldi da parte per tale cambio di vita. I due si incontrano quando Myung-hee va a un appuntamento al buio con Hee-tae al posto della sua migliore amica. Il tutto si svolge a Gwangju nel 1980, non molto prima delle fatidiche giornate.

Questa serie è senza dubbio tra le più tristi che abbia mai visto, però è anche una di quelle visioni necessarie umanamente e culturalmente parlando, soprattutto se ci si definisce amanti della Corea del Sud e della sua storia.
L’insurrezione di Gwangju è uno dei momenti più bui della storia moderna del paese, per il numero elevatissimo di vittime e per i metodi brutali messi in atto dal governo, e al contempo tra i più luminosi, per le dinamiche sociali e politiche che la animarono. Quando si parla di rivolte, non si sta parlando solo di sacrifici umani, ma anche di far valere quegli ideali talmente rilevanti che le persone sono disposte a mettere in gioco tutto per essi.
Quando si parla di democrazia e dittatura, non si sta solo parlando di una diversa suddivisione dei poteri, ma della libertà di ogni cittadino nelle piccole cose quotidiane.

È quest’ultimo l’aspetto che secondo me viene meglio mostrato in “Youth of May”, perché il focus della storia si sposta man mano: inizialmente nessuno dei due protagonisti sembra direttamente connesso alla lotta clandestina per la democratizzazione e il tutto sembra fare quasi da sfondo alla loro storia d’amore. Eppure, pian piano, ne restano entrambi coinvolti in pieno. Come mai? Perché in un clima di tumulti politici che riguardano i diritti basilari dell’essere umano, nessuno riesce a sottrarsi dal contesto in cui vive, nonostante non abbia reale intenzione di partecipare attivamente a manifestazioni e simili.

Spostare il fuoco della storia con il progredire della stessa, mentre ci si avvicina sempre di più ai giorni della fatidica strage, rappresenta una narrazione molto originale. È come un incalzante avanzare verso una tragedia che si sa dall’inizio sarebbe accaduta (essendo fatti storici, le proteste e l’assedio militare in sé non sono parte dell’inventiva della sceneggiatura, quindi se si parte un minimo informati, lo si sa già).

Sulla scia di questo sentimento, lascio una citazione del protagonista, Hee-tae:

“La convinzione di poter fare qualsiasi cosa finché siamo insieme.
Quella certezza inspiegabile che vince su tutti i segni premonitori.
Non potevo ancora sapere che quel fulmine era un semplice segnale

di avvertimento. Quello che ci attendeva era un pericoloso tifone.
E di fronte a quel tifone l’unica cosa che potevamo fare era tenerci per mano per non volare via.”

Questo drama è di un’intensità e di una poesia quasi senza eguali: forse proprio questo senso di vulnerabilità e di volubilità della vita che si ha dalle primissime scene, rende ogni emozione amplificata e ogni parola acquisisce quel potere del “senno del poi” in cui si riesce a scorgere quasi una profezia di ciò che avverrà.

PER CONCLUDERE LA LETTURA DELL’INTERO PROGETTO VAI ALLA SEZIONE “MANIFESTAZIONI” E ALLA CONCLUSIONE, ENTRAMBI SULLA PAGINA PRINCIPALE DEL PROGETTO STESSO.

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