
Jung Tae-chun è nato il 10 ottobre 1954 a Pyeongtaek ed è uno dei più influenti cantautori e attivisti sociali della Corea del Sud. Nome tra i più noti in patria per il suo impegno nel folk rock, le sue musiche e le sue parole (non intendendo solo i testi dei suoi brani, ma anche le sue poesie) sono sempre state per lui il migliore strumento di ribellione e di protesta per trattare temi culturalmente rilevanti. Ha debuttato nel 1978 con l’album 시인의 마을 [“Il villaggio del poeta”], che includeva brani come “촛불” (“Candela”), scritti e interpretati da lui stesso.
Oltre alla sua carriera musicale, Jung è stato un attivo sostenitore dei diritti civili e della libertà di espressione. Negli anni ’90, ha guidato il movimento per l’abolizione della censura preventiva nella musica, che nel 1996 ha portato la Corte Costituzionale a dichiarare incostituzionale tale pratica.
Ancora oggi, nonostante i tempi siano cambiati e tante cose siano migliorate, continua a esibirsi in concerti e a partecipare a eventi culturali e sociali, perché nonostante l’era di progresso della Corea del Sud moderna, c’è ancora bisogno di qualcuno che canti per i deboli e gli invisibili.
Ad esempio, nel 2019, ha tenuto una performance davanti alla stazione di Seoul per sensibilizzare sul problema dei senzatetto nella capitale sudcoreana.
18 maggio
Non piantare fiori rossi
da nessuna parte
Non per le strade,
né sul pendio della montagna, neanche accanto al cortile di casa tua.
Nel cuore dei sopravvissuti
sbocciano fiori più rossi delle canne,
più rossi delle balsamine.
Non piantare fiori rossi
da nessuna parte.
Nel giorno in cui quei fiori
furono recisi-
-ah, le stelle che un tempo brillavano.
Nel sole che svaniva oltre la base militare di Songjeong-ri [stazione di Gwangju],
le pale degli elicotteri che si alzavano laceravano anche il tramonto,
in rosso…
Cosa hai visto, figlio mio?
Ho visto l’esercito di esecutori senza bandiere.
Cosa avete udito, figlie mie?
Abbiamo udito la marcia dei carri armati.
Ah, il nostro maggio
non è ancora finito,
e le medaglie dorate di quei generali non sono state revocate,
nemmeno una.
Non piantare fiori rossi
da nessuna parte,
Non finché quelle medaglie
non saranno sepolte
davanti alle tombe dei ragazzi, oh…
Cosa hai visto, figlio mio?
Ho visto i cecchini sui tetti.
Cosa avete udito, figlie mie?
Ho udito il rumore
delle mitragliatrici
che sparavano all’impazzata.(1)
Non piantare fiori rossi
da nessuna parte.
Qui, sul pendio di Mangwol-dong [luogo dove è situato il primo cimitero dedicato alle vittime del massacro], è la rabbia che parla.
Non dimenticare,
non dimenticare,
Cadaveri simili a petali
e le medaglie.
Non finché quelle medaglie
non saranno sepolte
davanti alle tombe delle sorelle, oh…
Cosa hai visto, figlio mio?
Ho visto corpi sotto la Taegeukgi [la bandiera coreana].
Cosa avete udito, figlie mie?
Ho udito le urla
di un pianto straziante.
Non dimenticare,
non dimenticare,
Cadaveri simili a petali
e le medaglie.
Non finché quelle medaglie
non saranno sepolte
davanti alle tombe dei ragazzi, oh…
5.18
어디에도 붉은 꽃을 심지마라
거리에도, 산비탈에도, 네 집 마당가에도.
살아남은 이들의 가슴엔
칸나보다, 봉숭아보다 더욱 붉은 저 꽃들.
어디에도 붉은 꽃을 심지마라.
그 꽃들 베어진 날에 —
아, 빛나던 별들.
송정리 기지촌 너머 스러지던 햇살에,
떠오르는 헬리콥터 날개
노을도 찢고, 붉게…
무엇을 보았니, 아들아?
나는 깃발 없는 진압군을 보았소.
무엇을 들었니, 딸들아?
나는 탱크들의 행진 소릴 들었소.
아, 우리들의 오월은
아직 끝나지 않았고,
그날 장군들의 금빛 훈장은
하나도 회수되지 않았네.
어디에도 붉은 꽃을 심지 마라.
소년들의 무덤 앞에
그 훈장을 묻기 전까지, 오…
무엇을 보았니, 아들아?
나는 옥상 위의 저격수들을 보았소.
무엇을 들었니, 딸들아?
나는 난사하는 기관총 소릴 들었소.
어디에도 붉은 꽃을 심지마라.
여기 망월동 언덕배기의
노여움으로 말하네.
잊지마라, 잊지마.
꽃잎 같은 주검과 훈장.
누이들의 무덤 앞에
그 훈장을 묻기 전까지, 오…
무엇을 보았니, 아들아?
나는 태극기 아래 시신들을 보았소.
무엇을 들었니, 딸들아?
나는 절규하는 통곡 소릴 들었소.
잊지마라, 잊지마.
꽃잎 같은 주검과 훈장.
소년들의 무덤 앞에
그 훈장을 묻기 전까지, 오…
Il brano è stato rilasciato ufficialmente nel 1998 nell’album “정동진 / 건너간다” (Jeongdongjin / Crossing Over].
Note:
(1) Nella parte “Cosa avete udito, figlie mie? Ho udito il rumore delle mitragliatrici che sparavano all’impazzata.” non c’è alcun errore di traduzione. Nella versione originale la domanda è posta al plurale, ma la risposta è al singolare, probabilmente volendo far passare che solo una delle figlie rispondesse alla domanda.
Alzati, martire!
Non uccidete più,
voi che impugnate spade e fucili.
I segni della dittatura impressi sui corpi gelidi,
gridano attraverso sangue rosso scuro e carne in decomposizione.
Non umiliate più,
voi che gridate “sacrificio per il bene del popolo”.
Anche se il vento violento della tirannia si trasforma in una storia di menzogne,
come canne, ci alziamo e gridiamo.
Qui un bambino muore
e chiude gli occhi,
ma tutti quelli che restano vivono con gli occhi spalancati.
Avanzando verso la vera democrazia, la vera storia,
Portando insieme quel corpo,
camminiamo insieme lungo la strada.
Non uccidete più.
Anche voi perirete tutti.
Correndo in mezzo a quella folla laggiù e gridando,
le giovani voci lo chiamano e lo risvegliano
Alzati, martire!
Svegliati, combattente!
Alzati, martire!
Svegliati, combattente!
Non uccidete più.
Non uccidete più.
Non uccidete più.
Soffia il vento, guarda là,
sulle spalle delle persone che singhiozzano.
Soffia la tempesta, guarda là,
vivono con lo spirito dei morti.
L’erba calpestata sotto gli zoccoli della ribellione,
Ora si rialza, riempiendo la nostra terra.
Soffia il vento sopra questa storia disonorata,
diventando la bandiera della liberazione, sta arrivando là.
Ora dobbiamo aprire gli occhi,
verso lo sguardo dell’oppressione crudele.
Ora dobbiamo alzarci.
Poggiamo i piedi sulla terra gelata della sconfitta.
Coloro che sono morti rivivranno come nuova storia,
portando il feretro della vittoria e della resurrezione.
Ora dobbiamo andare avanti,
alla ricerca di un mondo di unificazione e liberazione.
일어나라 열사여
더 이상 죽이지 마라
너희 칼 쥐고 총 가진 자들
싸늘한 주검 위에 찍힌 독재의 흔적이
검붉은 피로, 썩은 살로 외치는구나
더 이상 욕되이 마라
너희 멸사봉공 외치는 자들
압제의 칼바람이 거짓 역사되어 흘러도
갈대처럼 일어서며 외치는구나
여기 한 아이 죽어 눈을 감으나
남은 이들 모두 부릅뜬 눈으로 살아
참 민주, 참 역사 향해 저 길
그 주검을 메고 함께 가는구나
더 이상 죽이지 마라
너희도 모두 죽으리라
저기 저 민중 속으로 달려 나오며 외치는
앳된 목소리들 그이 불러 깨우는구나
일어나라 열사여, 깨어나라 투사여
일어나라 열사여, 깨어나라 투사여
더 이상 죽이지 마라
더 이상 죽이지 마라
더 이상 죽이지 마라
바람이 분다, 저길 보아라
흐느끼는 사람들의 어깨 위
광풍이 분다, 저길 보아라
죽은 자의 혼백으로 살아온다
반역의 발굽아래 쓰러졌던 풀들을
우리네 땅 가득하게 일으켜 세우는구나
바람이 분다, 욕된 역사 위
해방의 깃발되어 저기 오는구나
자, 부릅떠야 하네 우리들
잔악한 압제의 눈빛을 향해
자, 일어서야 하네 우리들
패배의 언 땅을 딛고
죽어간 이들 새 역사로 살아날
승리 부활의 상여를 메고
자, 나아가야 하네 우리들
통일 해방 세상 찾아서
L’album “아, 대한민국” [Ah! Corea…], che contiene questo brano, è uscito ufficiosamente, quindi senza passare sotto la stretta della censura, nel 1990, proprio come forma di protesta contro la censura musicale stessa, per poi essere ufficialmente pubblicato nel 1996.
Fonti:

Una opinione su "Jung Tae-chun [정태춘] e i suoi brani: “5.18” e “일어나라 열사여” [Rise Up, Martyrs]"