“Sunshine of My Life”: perché vederlo?

Sunshine of my life” è una serie cinese di 45 episodi da circa 45 minuti l’uno. I suoi generi sono romantico, drammatico, slice of life e affari (nello specifico, nel mondo della moda). Si trova su Viki interamente tradotto in italiano, con il titolo “A Love Story: You Are the Greatest Happiness of My Life“.

TRAMA: Tang Ming Xuan (interpretato da Hans Zhang) è il direttore generale di una celebre casa di moda, la Ming Yuan Fashion Group. Uomo completamente votato al lavoro e convinto della sua totale dedizione a esso, cambia le proprie prospettive quando incontra una giovane ragazza, Tang Fei (interpretata da Lulu Xu), a una fiera di design. Quest’ultima riesce ad attirare l’attenzione di Tang Ming Xuan dopo averla sentita esprimere la propria opinione con audacia sulla loro linea di abiti.
La ragazza è un tipo schietto, che ha le idee molto chiare su cosa voglia nella vita e sul come voglia ottenerlo, infatti dopo aver completato i suoi studi in fashion design, ha intenzione di recarsi in Europa per approfondire il suo percorso didattico e le sue conoscenze.
Quando queste due personalità così ferme nei loro progetti e nei loro ideali si avvicinano, cosa accadrà? Riusciranno a venirsi incontro?

1) Se siete amanti della moda, non potete perdervi per nessun motivo questo drama, il cui valore aggiunto è quello di riuscire ad aumentare il fascino già intrinseco della moda stessa, mixandolo a quello di una cultura e una tradizione millenarie come quella cinese. Gli abiti mostrati durante l’opera sono meravigliosi, sia quelli indossati dai personaggi, sia ovviamente quelli di cui si mostra il processo di creazione.

2) Bellissimi i due protagonisti: lei è una ragazza grintosa, che si fa rispettare, che non ha paura di dire ciò che pensa e che ritiene la carriera e la propria realizzazione in quanto professionista la cosa più importante di tutte, nonostante questo voglia dire stare lontana dalla persona che ama. Lui inizialmente potrà sembrare il solito figlio di papà, ma nella realtà l’ho trovato un personaggio molto fresco e assolutamente positivo: ha molto riguardo verso il prossimo e molta considerazione dell’opinione altrui, tanto da rimanere sempre piuttosto umile nonostante la sua posizione di prestigio, e anche se con una visione un po’ fredda della vita, non è mai arrogante in maniera fastidiosa e sgradevole.

3) Non sono belli i personaggi solo presi di per sé, anche il loro rapporto lo è: c’è un grande rispetto reciproco all’interno della coppia, per cui nessuno dei due chiede mai all’altro di rinunciare a qualcosa riguardante la propria carriera per il bene della coppia. Inoltre sono pochi i punti frustranti in cui si nota mancanza di dialogo, c’è una comunicazione tra i due molto sincera e a un livello molto intimo e profondo: su questo punto mi piace soffermarmici particolarmente, perché in certi drama mi dà proprio l’impressione che le situazioni si dilunghino senza motivo solo per arrivare al numero prestabilito di episodi, proprio a causa del fatto che i personaggi non si parlano. Questo aspetto, che a seconda delle circostanze ci può anche stare, alla lunga però diventa stancante e soprattutto poco realistico.
Andando questo drama contro corrente, si sfata finalmente il cliché che tanto va di moda in drama di un certo stampo (nei cinesi è pieno di questi esempi purtroppo), quello della tossicità nei rapporti, che però viene furbamente rivenduta per romanticismo.

4) In generale ho trovato ben strutturati e credibili tutti i personaggi, anche quelli che non ho amato molto umanamente parlando, perché sono stati comunque necessari e hanno reso un quadro più complesso della storia (che di per sé non ha nulla di trascendentale, ma nemmeno lo pretende).

5) Sebbene non sia esente dai cliché più soliti del genere, li ho trovati comunque ben utilizzati e piazzati con intelligenza, quindi li ho apprezzati molto. Alla fine lo stereotipo di per sé non è per forza fastidioso, anzi, può farci provare una sensazione di gradevole famigliarità, il problema è quando viene utilizzato male, perché magari forzato o reso imbarazzante dal modo con cui lo si porta in scena. Quindi diciamo “sì al cliché, ma no al cringe“.

6) Uno di questi cliché è la madre che vuole avere il controllo sulla vita del figlio ormai adulto e gli vuole imporre la donna da sposare. Fortunatamente a questo irritante personaggio si contrappone la figura del padre del protagonista che invece è una persona straordinaria, e per cui ho provato una grandissima stima. Il loro rapporto è stato senza dubbio la cosa più tenera del drama.

7) Non vi lasciate scoraggiare dai 45 episodi: parlando da persona che non ama i drama troppo lunghi, posso assicurare che quest’opera scorre via come l’acqua, probabilmente grazie al fatto che non ci sono tempi considerabili come morti (sono tutti più o meno funzionali allo sviluppo della storia) e all’ottimo equilibrio tra i generi. Non è mai solo moda, non è mai solo amore, non è mai solo evoluzione della propria carriera. Tutto si amalgama a dovere per dar vita a un piacevole progresso della storia e dei personaggi.

8) Nonostante tra i suoi generi ci sia anche il drammatico, in realtà non ci sono parti davvero pesanti od opprimenti, quindi per chi vuole godere di un’opera relativamente leggera, ma lo stesso stratificata e ben realizzata, romantica ma non smielata e con una visione adulta, “Sunshine of My Life” è perfetto. E poi, diciamolo pure, i due protagonisti insieme sono bellissimi e hanno una chimica pazzesca, cosa che in una storia romantica trovo essere di fondamentale importanza.

Lascia un commento