Sono molteplici i drama in cui viene mostrata ogni forma di bullismo all’interno delle scuole e alcuni ne hanno fatto il fulcro centrale della storia.
Vista l’efferatezza di molte scene, la domanda è sempre la stessa: quanto c’è di romanzato e quanto invece è un ritratto della realtà?
A seguito di svariate ricerche che ho fatto a riguardo, purtroppo ciò che è emerso è un quadro preoccupante, che sembra essere il risultato di qualcosa di ben radicato nelle dinamiche scolastiche fin dalla tenera età.
Ad aggravare ulteriormente un fenomeno già in crescita, con l’avvento di internet e soprattutto dei social, si è fatto ampiamente strada anche il cyberbullismo, che miete tante vittime quante quello “classico”, e che di fatto è sia più semplice da attuare (perché si è dietro uno schermo), sia più difficile da tenere sotto controllo. La sua portata è oramai talmente estesa e le sue dinamiche così peculiari e singolari, che per forza di cose diviene un argomento da dover affrontare in separata sede.
Se c’è però una punto che li accomuna è che, tristemente, sono molti (e in costante aumento) i casi di suicidio tra le vittime di entrambi i tipi di bullismo (per quanto riguarda quello nelle scuole, l’aumento comprende anche i suicidi infantili).

DRAMA: “Save Me”
Nota: la ricerca è su dati delle scuole in alcuni paesi asiatici, ma non è che qui da noi (Italia, Europa e Occidente in generale) l’emergenza non ci sia. Anche se minore nei numeri, i dati mostrano comunque un campanello d’allarme.
DATI E NUMERI
Prima di arrivare ai numeri, è importante specificare che il bullismo nelle scuole non riguarda solo le aggressioni fisiche o verbali, ma anche molestie e violenze sessuali, stalking, estorsioni di denaro, e dinamiche più “blande” e più difficili da individuare, come le commissioni forzate e l’isolamento sociale dell’individuo.
(1) I numeri più preoccupanti in assoluto arrivano dalla Thailandia, che già nel 2018 era risultata al secondo posto nel mondo per numero di casi: stando a uno studio condotto su un campione di più di 1000 studenti di 15 scuole sul territorio nazionale, tra i 10 e 15 anni, i cui risultati sono stati rilasciati a gennaio del 2020, circa il 92% degli studenti tailandesi sono stati vittima almeno una volta di violenza fisica o psicologica, mentre il 13% soffre clinicamente di depressione a causa del bullismo.
Impressionante è anche la frequenza degli atti: circa il 25% dei ragazzi che hanno denunciato di essere state vittime, hanno dichiarato di aver subito abusi 3/4 volte alla settimana, quindi in modo totalmente sistematico.
(2) Anche in Giappone si hanno dati allarmanti dal Ministero dell’Istruzione: nel solo 2020 si sono registrati 612 mila casi di bullismo e nell’anno scolastico (che va da aprile a marzo) 2019/2020 i casi in più rispetto all’anno precedente sono stati ben 60 mila. In questi dati sono compresi aumenti vertiginosi di casi nelle scuole elementari e in quelle speciali (frequentate da ragazzi con disabilità o altri tipi di problematiche).
Altro dato preoccupante emerso (ma in totale linea con gli altri) è che l’82,6% delle scuole del paese hanno rilevato casi di bullismo.
(3) Per quanto riguarda la Corea del Sud i numeri non sono comunque rassicuranti, tuttavia dai dati del Ministero dell’Istruzione del 2019 è emerso che sono diminuite le violenze fisiche (ad esempio, le aggressioni sono passate dall’11,7% del 2017 all’8,6% del 2019, o ancora le aggressioni sessuali sono passate dal 5,1% del 2017 al 3,9% del 2019, mentre le estorsioni sono diminuite dello 0,1%). Questo calo della violenza fisica e l’aumento piccolo ma costante della risposta a tali atti, sia di chi li subisce e sia di chi ne è testimone, sono un chiaro indice che sta avvenendo una graduale presa di coscienza della gravità di ogni forma di bullismo e dell’importanza della denuncia.
Purtroppo non sono riuscita a trovare dati sufficientemente esaustivi per quanto concerne la Cina, quindi onde evitare di falsarli, li ho omessi del tutto.
L’APPROCCIO DEI DRAMA
Solitamente il bullismo nei drama sembra venir introdotto per mandare messaggi forti contro il fenomeno stesso, per far capire che esiste una reale emergenza e che non si tratta di “ragazzate” come molti hanno la tendenza a pensare, arrivando a temibili frasi come “i ragazzi devono risolvere i problemi tra di loro”, cosa che di fatto nega l’esistenza del fenomeno del bullismo e di conseguenza non lo riconosce come minaccia, ma come qualcosa di “normale”, che “fa crescere i ragazzi”.
Se quindi il primo muro è quello di “ammettere di avere un problema, per risolverlo”, quello appena successivo è quello dell’omertà a riguardo, sia da parte delle vittime, sia del corpo studenti e docenti, sia tra i genitori. Poi arriva il terzo, quello della mancata presenza da parte delle stesse istituzioni, che peccano in quanto a strutture dedicate e sostegno educativo e psicologico interno alle scuole stesse.

DRAMA: “3 Nen A Gumi: Ima kara Mina-san wa, Hitojichi Desu”
Quindi, oltre a puntare il dito sui problemi che ruotano attorno al fenomeno, ciò che apprezzo molto del come viene affrontato solitamente l’argomento, è che non ci si limita a mostrare come i bulli vengano alla fine puniti.
Le sceneggiature spesso seguono un iter:
il personaggio principale della serie è vittima di bullismo, solitamente perpetrato da ragazzi che hanno le spalle coperte da famiglie benestanti che si “comprano” docenti, direttori, presidi, sostenendo (a volte mantenendo) le scuole con le loro sovvenzioni/donazioni.
Poi avviene sempre qualcosa per cui, in un modo o nell’altro, questi ragazzi riescono ad essere puniti per le loro malefatte e il main lead si libera finalmente da quell’inferno.

DRAMA: “Class of Lies”
Parentesi importante: Il fatto che nella maggioranza dei casi, i bulli vengano da famiglie agiate e benestanti, non è sicuramente una scelta casuale da parte degli sceneggiatori e dei registi: è “solo” un ulteriore ambito sociale in cui si mette in evidenza la reale e sostanziale disparità di classe, che poi si riflette anche nella ricerca del lavoro, nell’impossibilità a un’assistenza sanitaria equa, al ricevere giustizia nei casi legali, etc etc… E anche tutti questi temi, a chi è amante dei drama, non giungeranno di certo come una novità: sono spesso (se non sempre) posti in essere all’interno delle trame, con uno o l’altro escamotage narrativo.
Tornando all’iter: dopo che i bulli vengono fermati, a volte accade che, realizzato ciò che hanno fatto, chiedano sinceramente scusa alle vittime, ma anche in caso di mancate scuse dirette, spesso c’è un confronto tra le due parti.
Questo per mostrare quanto la comunicazione e la comprensione siano importanti sia nella fase della presa di coscienza e di eventuale punizione per il bullo, sia per la vittima che, se prima vedeva il suo aggressore come un “mostro”, qualcuno da temere, grazie al confronto e al dialogo potrà ora vederlo sotto un aspetto più umano che li metta sullo stesso piano. Ciò lo aiuterà a interiorizzare, metabolizzare ed esorcizzare ciò che è accaduto e mettere così la parole “fine” alla questione.
Realisticamente parlando, è ovvio che questo non basti e che per superarla davvero servirebbe un sostegno psicologico concreto, cosa che appunto, come dicevo prima, manca nella maggior parte dei casi.

DRAMA: “Save Me”
Ma perché trovo così importante il fatto che nei drama venga messo in luce il punto di vista di entrambe le parti coinvolte? Perché credo fermamente che voler comprendere il perché un ragazzo arrivi a isolare, sottomettere, picchiare, insultare o umiliare un suo coetaneo, sia fondamentale se si vuole diminuire il tasso d’incidenza del fenomeno stesso. Insomma, il classico “prevenire è meglio che curare”.
LE DUE VITTIME DEL BULLISMO
Premessa fondamentale: cercare di comprendere, non esclude in alcun modo il dover punire, e quest’ampia analisi non è volta a cercare una giustificazione all’atto sbagliato in sé, né a cercare di alleggerirne la gravità o deresponsabilizzare chi lo compie, perché ogni atto e forma di bullismo DEVE essere condannato.
Tra l’altro la punizione è fondamentale anzitutto per le vittime, perché gli si deve far capire che si è dalla loro parte e che si offre loro protezione, che chi gli ha fatto del male ne pagherà lo scotto, e in seguito per responsabilizzare chi compie l’atto, facendogli capire la stretta relazione tra “azione” e “conseguenza” della stessa.
Detto questo, se si tenta di comprendere ogni situazione a sé e la persona che sta dietro l’atto, si arriverà a una punizione più adeguata e funzionale al caso singolo e ad una percezione senz’altro più realistica del fenomeno in generale.

DRAMA: “Who Are You: School 2015”
Provare rabbia, indignarsi e cercare giustizia per chi ne è vittima, anche mentre si guarda un’opera di finzione, è una reazione completamente giustificata e istintiva, perché è la parte indifesa, a cui è stato fatto un torto: come si potrebbe non essere dalla sua e non comprendere il suo dolore, la sua paura e la sua frustrazione? Ma a maggior ragione trovo importante che anche l’altra parte, ad un certo punto della storia, venga mostrata per l’essere umano che è.
Proprio per questo, anche se può sembrare fuori luogo, mi è capitato di empatizzare tanto con la vittima, quanto con il bullo, perché umanamente parlando mi hanno suscitato entrambi pena, anche se per motivi differenti.
Questo aspetto mi ha portata a formulare una mia visione della cosa, cioè la possibile esistenza di due tipi di vittime: quella palese, cioè chi subisce, e quella che definirei “fantasma”, cioè il bullo stesso.

DRAMA: “Moment at Eighteen”
Nei drama, per mettere in evidenza il lato umano del bullo, mostrano come quasi sempre questi atteggiamenti derivino da situazioni familiare infelici e da pressioni pesantissime, al limite del soffocamento, da parte dei genitori sui figli, che li spingono a una rivalità forsennata con i coetanei (indesiderata sicuramente nella maggior parte dei casi) e a una rincorsa alla perfezione, per cui devono eccellere in ogni ambito, soprattutto nei voti, perché gli garantiranno un’università e un lavoro migliori.
Pur non volendo entrare in merito a situazioni specifiche, credo che l’ingerenza degli adulti sulla nuova generazione sia un fattore che influenza fortemente ogni aspetto della loro vita, che si tratti dei loro rapporti con gli altri (amici, fidanzati o compagni di studio che siano), o della gestione del tempo libero (quando ne hanno).
All’interno dei drama il lato romanzato ci sarà senz’altro, magari qualche esagerazione qua è là per creare pathos, ma in linea di massima non mi riesce difficile credere che all’interno di una società di questo tipo, i ragazzi possano sentirsi mancare l’aria e che il senso di oppressione e di frustrazione possa arrivare a sfociare in atti di bullismo anche sistematici.

DRAMA: “Itaewon Class”
All’inizio del discorso ho parlato di “vittima fantasma” proprio per evidenziare la sua invisibilità in quanto altra eventuale vittima del fatto stesso, di sé e di dinamiche deleterie e disfunzionali all’interno del nucleo familiare o di altri tipi di problematiche che lo possono affliggere e per cui non trova rimedio, come spiegato appena sopra.
E ancora più importante, ho detto “possibile esistenza di due vittime”. Perché “possibile”? Perché è bene rendere cristallino il fatto che nella realtà ci sono ragazzi che diventano bulli pur non avendo nessuna problematica che li affligga: sono semplicemente strafottenti, arroganti e non educati all’empatia e alla sensibilità. Tuttavia anche in questo caso (o a maggior ragione) è fondamentale instaurare un dialogo con loro e fargli fare lo stesso percorso degli altri, e punitivo, e rieducativo.

DRAMA: “Extracurricular”
Detto questo, si può facilmente dedurre che il rapporto con i genitori non è l’unica miccia che può innescare questi atteggiamenti e soprattutto non è matematico che un ragazzo risponda a queste pressioni con il bullismo (anche se forse non c’era bisogno di specificarlo, ma è sempre meglio essere chiari), tuttavia ho preso in esempio questo fattore perché viene di continuo messo in risalto il rapporto a volte ostico tra genitori e figli, e come questo possa dare il via alle reazioni più svariate, tra cui appunto, il bullismo.
Questo forse anche a sottolineare l’importanza della comunicazione tra due generazioni completamente differenti, soprattutto in un paese come la Corea del Sud che si è sviluppato a una velocità pazzesca negli ultimi 20-30 anni circa, e in cui gli adulti spesso non riescono a “connettersi” con qualcuno che sta crescendo in un paese di fatto completamente cambiato rispetto a quello in cui sono cresciuti loro.
La conclusione a cui sono arrivata è che, sia che queste serie enfatizzino o meno la realtà, il tutto serve comunque a sensibilizzare sul tema e a prendere coscienza del fatto che il bullismo non deve esser interpretato come la normalità, ma come un piaga sociale da debellare: si potrebbe ribattere che anche in presenza di metodi di sensibilizzazione e prevenzione, degli atti di bullismo avverrebbero comunque (come può avvenire qualsiasi atto criminale), e questo è certo, tuttavia è bene differenziare il singolo caso da quello che di fatto è un fenomeno sociale assodato.
PER APPROFONDIRE
Ecco una piccola lista di drama sull’argomento, affrontato sia in modo centrale che non:
COREANI
– Beautiful World
– Who Are You: School 2015
– The Uncanny Counter
– Class of Lies
– True Beauty
– Itaewon Class
– School 2013
– School 2017
– Save Me
– The Heirs
– Cheese in the Trap
– My ID is Gangnam Beauty
– Extracurricular
– Solomon’s Perjury
– Moment at Eighteen
TAILANDESI
– Girl From Nowhere
– The Judgement
– The Underclass
GIAPPONESI
– Switched
– LIFE
– 3 Nen A Gumi: Ima kara Mina-san wa, Hitojichi Desu
– Hana Yori Dango
– 35 sai no Koukousei
– Kazoku Game
– Kingyo Club
– Nobuta Wo Produce
TAIWANESI
– Red Balloon
– Age of rebellion
Fonti:
(1) Asianews.it (Fonte italiana), Bangkokpost.com (Fonte originale)
(2) Traveltherapists.it (Fonte italiana), Japantimes.co.jp (Fonte originale)
(3) Moe.go.kr (Fonte originale)
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Figurati, quando un articolo è scritto come si comanda ed è anche ben documentato è solo un piacere leggere. Aggiungici anche il fattore personale ed è fatta. Spesso l’atteggiamento generale nei confronti del bullismo va dal pessimo al tremendo, ma in ogni caso è sempre concentrato sul bullizzato, causa del suo male, persona da compatire o persino da istigare alla vendetta (mi sono capitate tutte e tre). In pochi si fermano a ragionare sul bullo adeguatamente, senza necessariamente colpevolizzarlo, solo per comprendere quelle che possono essere le motivazioni di partenza.
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Sono capitato qui perché da qualche giorno sto vedendo Save Me e trovo più di quello che mi aspettassi. Il drama mi sta piacendo moltissimo anche per come racconta una forma di bullismo generale in corso fra classi sociali. Coi drama non ho grande esperienza, ma il tema della lotta di classe nel cinema è sempre prominente, coi rampolli delle chaebol che fanno quel che gli pare.
Comunque articolo bellissimo e approfondito e da vittima io stesso di bullismo a scuola, concordo con quanto scrivi. Ho sempre cercato di essere obiettivo nonostante tutto, non vedevo un nemico, ma qualcuno che spesso se la passava altrettanto nera, a cui purtroppo mancava la pur minima sensibilità necessaria per avere a che fare col prossimo. In alcuni casi ricordo chi mi vessava confessarmi direttamente che era il loro unico modo per non fare la stessa fine. In sostanza il classico homo homini lupus, ma nessuno cercava mai di guardare al problema sistemico. La vittima, come lo fui io, viene vista come l’unico soggetto da gestire nella sua sofferenza, quando ogni speranza di porre una fine alle molestie sta nel tentare di agire sui bulli e sulle loro ragioni.
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Devo ammettere che scrivere un articolo su un tema così delicato non è stato per niente semplice: ho fatto molte ricerche per avere un quadro più chiaro possibile (perché l’informazione statistica in questi casi è fondamentale), e poi ho inserito il mio punto di vista, cercando di essere più imparziale possibile, proprio perché lo ritengo l’unico atteggiamento funzionale per riuscire a comprendere chiaramente la problematica. Ammetto anche che ho temuto di venire fraintesa per alcuni aspetti che mi premeva mettere in evidenza, quindi sono ben felice che tu l’abbia apprezzato così tanto e che sia riuscito completamente a capire il messaggio che ho voluto mandare.
Ovviamente ti ringrazio profondamente anche per aver letto l’articolo con tanta attenzione e per i complimenti.
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